Analisi del pensiero di Bonaventuara e commento di un classico della filosofia: l'"Itinerarium mentis in deum". Il punto principale della speculazione di Bonaventuara è quello di fondare la scientificità del sapere teologico. La teologia è per Bonaventura «scienza e dottrina altissima»: è «dottrina» in quanto il Dio della Rivelazione è l’argomento della sua indagine, ma è anche «scienza» perché, essendo «discorso su dio» è, di conseguenza, discorso sul primo e più alto principio di tutto ciò che è. La sua “altezza” dipende poi dal fatto che non solo è elevatissima capacità di conoscere, ma è anche superiore alle altre conoscenze umane.
L’Itinerarium si può invece definire come una descrizione del percorso che l’intelligenza compie al fine di giungere, riscoprendo nella creazione e in sé stessa il segno dell’opera di Dio esplicata dalla struttura trinitaria di ogni cosa, alla Verità in sé. L'autore tenta, nei paragrafi seguenti, di esporre in maniera più dettagliata il contenuto dell’opera.
La ricerca della verità nel pensiero di Bonaventura da Bagnoregio:
l'Itinerarium mentis in deum
di Carmine Ferrara
Analisi del pensiero di Bonaventuara e commento di un classico della filosofia:
l'"Itinerarium mentis in deum". Il punto principale della speculazione di
Bonaventuara è quello di fondare la scientificità del sapere teologico. La
teologia è per Bonaventura «scienza e dottrina altissima»: è «dottrina» in
quanto il Dio della Rivelazione è l’argomento della sua indagine, ma è anche
«scienza» perché, essendo «discorso su dio» è, di conseguenza, discorso sul
primo e più alto principio di tutto ciò che è. La sua “altezza” dipende poi dal
fatto che non solo è elevatissima capacità di conoscere, ma è anche superiore
alle altre conoscenze umane.
L’Itinerarium si può invece definire come una descrizione del percorso che
l’intelligenza compie al fine di giungere, riscoprendo nella creazione e in sé
stessa il segno dell’opera di Dio esplicata dalla struttura trinitaria di ogni cosa,
alla Verità in sé. L'autore tenta, nei paragrafi seguenti, di esporre in maniera più
dettagliata il contenuto dell’opera.
Università: Università degli Studi di Salerno
Facoltà: Lettere e Filosofia
Corso: Filosofia
Esame: Seminario Specialistico Storico-Filosofico
Docente: Francesco Tomatis1. La vita di Bonaventura
Bonaventura nasce a Civita di Bagnoregio nel Viterbese nel 1217. Votato a San Francesco dalla madre in
seguito alla guarigione da una malattia mortale, entra giovanissimo (a 17 o forse 23 anni) nell’ordine
francescano. Studia a Parigi con Alessandro di Hales e Odo Rigaldi divenendo, nel 1253, maestro reggente
nell’Università di Parigi. Nel 1254, in seguito alla lotta condotta dai maestri secolari dell’università di
Parigi, i maestri degli ordini mendicanti (francescani e domenicani) vengono esclusi dall’insegnamento
parigino. Bonaventura, insieme al suo amico Tommaso d’Aquino, sostiene la lotta con gli scritti e nel 1255
il papa Alessandro IV decide la disputa in favore degli ordini mendicanti. Bonaventura viene reintegrato
nell’Università nel 1256. Nel 1257 è ministro generale dell’ordine francescano. Nel 1273 viene nominato
arcivescovo di Albano e cardinale. Nel 1274, durante il concilio di Lione, Bonaventura muore.
Carmine Ferrara Sezione Appunti
La ricerca della verità nel pensiero di Bonaventura da Bagnoregio: 2. Il quadro storico di Bonaventura
Nonsi può comprendere l’attività speculativa di un qualsiasipensatore se non la si inquadra spazialmente e
temporalmente. E lostesso vale, naturalmente, per Bonaventura. Lo spazio in cui ilnostro autore opera è
l’Europa cristiana,universo di valori condivisi, quelli promulgati dalle SacreScritture, che rappresentano il
sostrato comune a un’intera civiltàche, nonostante il manifestarsi al suo interno di voci di dissenso,non ha
mai dubitato della loro validità e universalità; il tempo èil XIII secolo, epoca della nascita delle
universitasstudiorum e degli ordinimendicanti, della diffusione, nell’Occidente cristiano, delle operedi
Aristotele tradotte dal greco e dall’arabo e del sorgere, acausa di esse, del dibattito tra theologie artistae.Ma
cerchiamo di ricostruire in maniera un po’ più dettagliata ilquadro della situazione storica che ha salutato
l’emergere di unapersonalità illustre e brillante come quella di Bonaventura.
Carmine Ferrara Sezione Appunti
La ricerca della verità nel pensiero di Bonaventura da Bagnoregio: 3. Gli ordini mendicanti e lo scontro ideologico con i secolari
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Bonaventura,come abbiamo già accennato, fu frate francescano, quindi membro diuno dei due “Ordini
Mendicanti” sorti all’inizio del secolo,precisamente l’ordine francescano fondato in Italia da
Francescod’Assisi, il cui stile di vita fu approvato nel 1209 da InnocenzoIII, e la Regulanel 1223 da Onorio
III. In tali Ordini, la Chiesa trovò un sostegnoefficace per consolidare il suo ruolo egemonico e di controllo
dellosviluppo culturale della Christianitas:nell’Ordine domenicano, vista la sua naturale
vocazioneall’approfondimento culturale e una meno problematica ambientazionedei suoi membri all’interno
delle corporazioni universitarie,rinveniva un sostegno per l’ortodossia e l’unità del mondocristiano, minate
dal dilagare delle eresie soprattutto presso i cetipopolari; nell’Ordine francescano rinveniva, invece, l’invito
aun universale ritorno del Cristianesimo alla perfezione spirituale ealla povertà evangelica della primitiva
comunità apostolica, mapresto anche quest’Ordine dovette misurarsi con l’esigenza diconsolidare sul piano
teoretico l’autenticità cristiana dellapropria missione, in quanto agli inizi il movimento francescano
eraspesso assimilato ai movimenti popolari sospetti di eresia. Questa èla motivazione per cui i francescani
ebbero dapprima rapporti piùdifficili con le università. Esponenti di entrambi gli Ordini nontardarono a farsi
avanti sulla scena della vita universitaria,inizialmente patrimonio esclusivo del clero secolare.
Isuccessi conseguiti dal proselitismo dei Mendicanti, con frequenticonversioni di studenti e maestri, si
trasformarono presto in motividi scontro ideologico con i secolari. Il conflitto giunse all’acmenel 1254,
quando il secolare Guglielmo di Saint-Amour, facendosiportavoce del profondo malcontento contro i
Mendicanti, li accusavadi avere prevaricato le norme ecclesiastiche che riservavano ai solisacerdoti la
missione della predicazione e quindi anchedell’insegnamento, minando alle basi, da veri
seguacidell’Anticristo, la stabilità della gerarchia ecclesiastica. Unaimmediata risposta venne dai più
eminenti maestri dei due Ordini,tra cui Bonaventura e l’amico domenicano Tommaso
d’Aquino.L’autorevolezza di questi interventi portò a una prima conclusionedel conflitto con la sospensione
dall’insegnamento e l’esilio diGuglielmo di Saint-Amour. Ma questo non arginò la polemica, ripresanegli
anni successivi fino agli inizi del Trecento da altri maestrisecolari.
Carmine Ferrara Sezione Appunti
La ricerca della verità nel pensiero di Bonaventura da Bagnoregio: